Questo itinerario si articola in tre sezioni, una all’anno a partire dal 2010 per ripercorrere i luoghi dove si è svolta la prima guerra mondiale partendo dal fronte dolomitico, per proseguire sul fiume Isonzo e Caporetto e per finire al passo del Tonale.
 
Giro delle trincee: Primo anno  il fronte dolomitico e la resistenza sul piave
 
Mezzo Safarywais Nairobi su Ford Transit 2500 D 
Equipaggio Daniele, Daniela e Alessio
Km percorsi 1600 C.a 
Intineraio Ancona – Bassano del Grappa, Predazzo, Arabba, Misurina, P.sso del Falsarego, Ancona
 
Primo giorno Sabato :  Ancona – Bassano del Grappa
Partiamo alle ore 8.30 da Ancona con meta Bassano del Grappa.
Arriviamo con molta calma attorno alle ore 16 all’area di sosta GEROSA, tranquilla ma senza ombra.  
Visitiamo il centro storico e facciamo la rituale fotografia sul Ponte vecchio o degli Alpini. Visitiamo pure il Museo degli Alpini situato nella testata ovest del ponte dove sono raccolte le testimonianze e documenti della storia degli Alpini, completo e suggestivo. Tappa d’obbligo il centro informazioni turistiche dove ci procuriamo deplian e cartine dei luoghi della grande guerra.
Dato che la domenica non ci sarà possibile accedere alla cima del monte Grappa a causa di una gara ciclistica decidiamo di andare a visitare gli Altopiani di Asiago e precisamente la zona dei monti Lozze e Ortigara luoghi tristemente famosi per la grande battaglia che qui si è combattuta nel giugno del 1917. 
Pernottiamo nell’area di sosta Bassano del grappa Veneto
 
trincee 1
 
Secondo giorno Domenica Escursione al monte Ortigara (Altopiano di Asiago)
Partiamo alle ore 9.00 direzione comune di Enego, iniziamo la salita agli altopiani, la strada anche se alle volte decisamente ripida è larga e comoda e poco trafficata.
Raggiungiamo il primo bivio dove è indicata la direzione per la zona storica del monte Ortigara, la strada inizia a farsi stretta ma ancora è asfaltata. Alla seconda deviazione per la strada diventa decisamente stretta tanto da permettere il passaggio di un solo mezzo e per giunta sparisce anche l’asfalto e non c’è segno di piazzole scambiatrici. Fortunatamente non incrociamo altri mezzi e alle ore 11.30 arriviamo al parcheggio del piazzale Lozze.
Iniziamo la salita al monte Lozze dove visitiamo la chiesetta in ricordo ai caduti, i trinceramenti italiani e i punti di osservazione verso le linee austriache.
Alessio va in esplorazione delle trincee e delle postazioni di artiglierie e mitragliatrici in caverna e rimaniamo fortemente impressionati da questo primo contatto con la realtà della Grande Guerra.
Proseguiamo la passeggiata lungo i camminamenti che gli italiani hanno costruito per l’avvicinamento al campo di battaglia verso la cima del monte Ortigara a quota 2101, che “conquistiamo” in circa 1 ora di cammino. Facciamo omaggio alla campana per i caduti dell’Ortigara e iniziamo la discesa verso quota 2003. 
Ancora oggi a quasi cento anni dai quei tragici fatti è possibile ritrovare in grande quantità schegge, pezzi di fili spinato e altri reperti, testimonianza di quanto cruenta fu la battaglia, c’è anche un avvertimento per chi trovasse resti di corpi umani li può depositare presso la cappella sopra il piazzale Lozze.
Dopo circa 4 ore di passeggiata ritorniamo al piazzale Lozze e prima di ripartire lasciamo un pensiero a tutte le giovani vite che qui si sono spente nella follia della guerra. Per la strada di ritorno prendiamo in direzione dell’abitato della Valstagna, che dalla cartina sembra essere più corta e praticabile, ma invece la troviamo stretta, piena di curve e molto ripida tanto da mettere alla prova il sistema frenante del nostro mezzo. 
Comunque arriviamo a valle sani e salvi e pernottiamo per la seconda volta a Bassano del Grappa.
 
 
Terzo giorno: Lunedì  Vittorio Veneto,  Monte Grappa - Predazzo
Sveglia alle ore 8.30 e partenza alle ore 9.00 con meta la cima del Monte Grappa. 
Saliamo dalla strada Cadorna e facilmente raggiungiamo la vetta, da quassù il panorama è veramente splendido. Lo sguardo spazia dal mare Adriatico, lungo tutta la pianura veneta fino alle dolomiti, il tutto sovrastato dalla mole del Sacrario. Parcheggiamo presso la caserma Milano e iniziamo la visita al Sacrario Militare di Cima Grappa. Questo accoglie le spoglie di oltre 23.000 soldati di entrambi gli schieramenti in due distinti ali, saliamo dalla parte italiana, percorriamo la via Eroica e scendiamo dalla parte austriaca, la sensazione che si prova a percorrere questo enorme “cimitero “ non è descrivibile.
Continuiamo la gita a Cima Grappa visitando la Galleria Vittorio Emanuele III , una fortezza interamente scavata nella roccia della lunghezza di 5000 metri che poteva ospitare fino a 1500 soldati più svariati cannoni e mitragliatrici. All’interno sono ricostruite delle postazioni di artiglieria in caverna molto suggestive.
Prima di proseguire il viaggio visitiamo il museo delle battaglie del Grappa all’interno della Caserma Milano dove sono esposti numerose testimonianze recuperate sul massiccio e dei pannelli illustrativi dei principali fatti bellici svoltisi sul grappa.
La strada è stretta ma molto panoramica e ben segnalata e raggiungiamo in breve tempo la Val Sugana. Proseguiamo per San Martino di Castrozza, qui con nostro profondo rammarico non possiamo visitare l’abitato in quanto non troviamo un parcheggio dove è consentita la sosta ai Camper.  
Iniziamo la salita al passo Rolle ma si è fatto tardi e dato che non possibile pernottare presso la casa del parco di Paneveggio decidiamo di andare subito presso il parcheggio dei Trampolini a predazzo.
Il pernottamento costa 12 euro Paghiamo e decidiamo di stare un solo giorno rispetto ai due programmati.
 
Quarto giorno: Martedì  Predazzo - Arabba 
Il tempo non promette niente di buono ma decidiamo comunque di andare comunque a visitare il parco di Paneveggio.
Parcheggiamo subito fuori della casa del parco dove provvediamo a prendere informazioni in merito ad escursioni e notizie storiche.
Facciamo una breve passeggiata nel bosco lungo il sentiero attrezzato, ma inizia a piovere scoraggiandoci da tentare altre escursioni. Mangiamo e dopo la visita al recinto dei cervi decidiamo di ripartire con meta Arabba. Sosta d’obbligo al passo Valles per ammirare il panorama delle pale di San Martino e del gruppo del Lagorai. 
Arriviamo ad Arabba verso le 17.00, sostiamo presso l’area attrezzata vicino alla pista di pattinaggio e visitiamo l’abitato cercando il locale ufficio turistico che regolarmente troviamo chiuso.
 
Quinto giorno:  Mercoledì - Escursione al Monte Padon – Porta vescovo
Il tempo è buono, all’ufficio informazioni ci dicono che non sono a conoscenza della presenza di eventuali trincee o fortificazioni nella zona di Porta Vescovo meta della nostra prossima escursione. 
Sulla cartina notiamo che qui è segnata una via ferrata detta delle trincee, ma dato che non abbiamo l’attrezzatura idonea optiamo per la semplice passeggiata.
Cercheremo tracce di fortificazioni nel versante sud davanti alla Marmolada in quanto in questi luoghi passava il fronte. Saliamo con la funivia fino al rifugi Gorza a quota 2511 per poi scendere il sentiero che conduce al rifugio Padon lungo il crinale sopra al lago di Fedaia, da qui si può dominare il passo omonimo e il ghiacciaio della Marmolada.
Troviamo subito delle tracce di trincee e baraccamenti, Alessio risalendo una pietraia trova dei bossoli una spoletta esplosa e schegge di varie dimensioni e anche una spettatrice  neutrale una bellissima marmotta . Lungo tutto il percorso sono evidenti gli scavi di trincee e di postazioni fisse realizzate tra i massi sparsi lungo il sentiero.
Arriviamo al rifugio Padon, all’ora di pranzo ma a causa l’affollamento dello stesso rifugio decidiamo di proseguire e di mangiare più a valle. Ci avviamo lungo la pista di sci per il ritorno e notiamo delle anche in questo versante che controlla il passo Pordoi sono visibili ruderi, grotte e camminamenti. La discesa non è delle più agevoli in quanto la pista è alquanto ripida, fatta con gli sci sicuramente è un’altra cosa. Dopo la sfacchinata dormiamo profondamente presso la pista di pattinaggio.
 
 
Sesto giorno: Giovedì  Arabba - Misurina
Il tempo è brutto e piove perciò decidiamo di effettuare il trasferimento più lungo dell’itinerario e ci dirigiamo direttamente verso il lago di Misurina con molta calma.
Arriviamo in zona nel pomeriggio dopo aver cercato inutilmente un parcheggio per effettuare una visita alla città di Cortina. Notoriamente questa cittadina non è a misura di camperista e non facciamo altro che prendere conferma di questo annotando che tutti i parcheggi pubblici, anche a pagamento sono interdetti ai camper. L’area è a pagamento, e dato il parcometro accetta solo monete e noi ne siamo sprovvisti decidiamo di sostare nel campeggio limitrofo (campeggio alla Baita). Il campeggio non è un gran che ma è tranquillo e poco affollato.
In questi luoghi si sono combattute le prime fasi della grande guerra infatti sia il gruppo delle torri di Lavaredo che il Monte Piana sono ricche di testimonianze dei due schieramenti contrapposti italiano e austriaco.
La strada per raggiungere in quota le Tre cime è a pedaggio e percorsa da numerosi pulman e dato che la folla non ci aggrada molto, prendiamo informazioni su un eventuale escursione al monte piana. Il monte è accessibile attraverso una strada militare risalente all’epoca della grande guerra con delle navette private in partenza da davanti al campeggio.
Su questa cima si sono affrontati senza esclusione di colpi i due eserciti causando più di 14000 caduti. 
Continua a piovere e inizia a far freddo, decidiamo vista l’ora di non effettuare oggi la passeggiata e di decidere l’indomani tempo permettendo. Nella notte dobbiamo accendere la stufa dato che la neve fa capolino anche a bassa quota.
 
Settimo giorno Venerdì - escursione al Monte Piana
Il tempo è brutto ma non piove, partiamo con la navetta (pulmino 9 posti) per la cima del Monte Piana..
L’inizio della strada è buono, ma man mano che ci inerpichiamo la strada diventa da “capre” sfidando l'abilità dell'autista e le coronarie dei passeggeri tanto sono evidenti gli strapiombi vicini al bordo della strada, rigorosamente senza parapetti in alcuni tratti
Arriviamo al rifugio Bosi a 2205 metri di altitudine, da qui partono due sentieri uno difficoltoso che ripercorre le fortificazioni italiane costruite nel margine della montagna a strapiombo sulla valle sottostante e uno più facile che arriva alla cima del monte percorrendo in parte le trincee scavate sul crinale, ambedue conducono alla “Piramide Carducci, in cima al pianoro un monumento eretto ad onore del poeta che amava frequentare questi luoghi.
Io e Alessio decidiamo di seguire il primo sentiero mentre Daniela ci raggiungerà seguendo il sentiero più facile.
Appena varcata la prima curva ci troviamo su una cengia nel vuoto dove era sistemato un punto di osservazione, da qui Il sentiero è ricavato sul versate a picco sulla valle sottostante con ripetute grotte e postazioni coperte, il tutto estremamente affascinante sia i spettacolari panorami e sia pensando ai soldati che hanno scavato tutto questo.
Raggiungiamo la piramide Carducci e ci incontriamo con Daniela che ci dice di aver fatto una bella passeggiata attraverso fiori e prati al contrario di noi che siamo sudaticci e stanchi, comunque ne valeva la pena. 
Da questo punto appare subito evidente la geografia di Monte Piana. Volgendo lo sguardo a settentrione si osserva il profondo intaglio chiamato Forcella dei Castrati che separa la zona controllata dagli italiani dal Pianoro Nord dalla zona sud presidiata dagli austriaci e che non venne mai espugnata. 
In questo punto i due fronti sono talmente vicini che si potevano anche prendere a sassate reciprocamente.
Abbiamo proseguito il percorso verso le postazioni austriache sul fianco orientale della montagna fino ai resti delle posizioni e dei comandi austriaci fino al pianoro sommitale proprio al suo estremo nord presso la Croce di Dobbiaco (2305 m).
Facciamo ritorno al Rifugio Bosi con visita alla chiesetta costruita qui vicino e iniziamo il ritorno a piedi a valle.
Giungiamo al camper in circa 1 ora e mezzo in tempo utile per preparare la cena. Partiamo e raggiungiamo il parcheggio della seggiovia scoiattolo sotto il gruppo delle 5 Torri e qui pernottiamo.
 
 
Ottavo giorno Sabato -  Lago di misurina p.sso del Falsarego 
Il tempo si è rimesso, partiamo di buon'ora e raggiungiamola funivia della scoiattolo che ci condurrà in quota per andare alla visita del museo all'aperto delle 5 Torri.
Le 5 Torri sono una serie di picchi dolomitici che formano la spalla sinistra delle valle del Passo del Falsarego salendo da Cortina, qui durante il passaggio del fronte dolomitico era posizionata una batteria da montagna italiana che martellava le postazioni austriache presso il passo di Val Parola e il Lagazuoi.
Arrivati in quota il panorama è spettacolare, a destra il gruppo del Nuvolau-Averau a sinistra Il gruppo delle Tofane con in Castelletto e alle spalle in gruppo del Lagazuoi, ma lo sguardo spazia su tutte le Dolomiti grazie anche all'orizzonte privo di nuvole.
Qui sono stati ricostruiti gli ambienti tipici di una trincea con manichini a grandezza naturale, armi e arredi d'epoca ecc.
La visita non ci aggrada molto allora decidiamo di fare una passeggiata fino al rifugi 5 Torri e la rifugio Nuvolau.
Facciamo ritorno al camper e saliamo al passo del Falsarego e qui pernottiamo nel parcheggio della funivia del Lagazuoi.
 
Nono giorno Domenica  - Momte Lsagazuoi , P.sso del Falsarego 
Il tempo continua a essere bello perciò decidiamo di salire sul Lagazuoi con la Funivia e di scendere a valle attraverso le grotte artificiali scavate dagli italiani, a Daniela non piace la speleologia così noleggiamo i caschi e le lampade in un casottino vicino alla biglietteria solamente io e Alessio. 
Giunti in quota Daniela inizia a scendere a piedi lungo il sentiero mentre noi iniziamo a percorrere una cresta per arrivare all’imbocco della galleria che ci dovrà portare a valle.
Questa galleria è la più lunga di quelle che i soldati di ambedue gli schieramenti hanno scavato in questa montagna.
L’ingresso si trova in una cengia rocciosa a strapiombo sul passo del Falsarego, veramente impressionante.
Iniziamo la discesa che risulta difficoltosa per noi che non abbiamo ne attrezzature e ne armamenti e ci immedesimiamo in quei “poretti” che dovevano percorrere questo cunicolo per sfuggire al fuoco nemico con zaini e vettovaglie.
Il percorso è molto ripido, decisamente buio ma ampio sufficientemente per permettere il passaggio a due  persone ma è facilitato dalla presenza di un cordino di sicurezza e da tantissimi gradini.
Ogni tanto lungo il percorso si aprono delle finestre che permettevano ai soldati di sorvegliare il nemico e di piazzare all’evenienza mitragliatrici e artiglieria, 
Dopo circa 2 ore riemergiamo all’aperto a ridosso di un sentiero che ci avrebbe condotto all’accampamento italiano, la “Cengia Martini” ardito esempio di baraccamenti realizzati a strapiombo sul passo sottostante 
Ci ricongiungiamo con Daniela e raggiungiamo a valle  il camper.
Visita d’obbligo al museo della grande guerra realizzato presso il forte tre sassi per poi proseguire per corsara dove partecipiamo ad una festa popolare in stile tirolese.
Ritorniamo al passo del Falsarego dove pernottiamo.
 
 
Decimo giorno Lunedì - ritorno ad Ancona 
Partiamo di buon’ora per non trovare  traffico lungo la strada che ci avrebbe condotto alla autostrada del valdastico. La prendiamo comoda e raggiungiamo l’autogrill di Modena dove pranziamo.
Durante il tragitto a all’altezza di Cesena  un piccolo un inconveniente tecnico ci priva della marmitta riparata alla meno peggio a Predazzo, un po’ rumorosi arriviamo all’imbrunire a casa.
 
Comunque è stata una bella esperienza da suggerire a tutti e soprattutto a chiunque fosse appassionato di storia patria.